Serata che una volta di più spiega il perché il basket è lo sport più bello e allo stesso tempo più infido del mondo. Spettacolo di altissimo livello al Fruit Village Palabarbuto e partita al cardiopalma che alla fine arride ai partenopei ma solo in dirittura di arrivo, e solo perché , appunto, da infido quale è questo gioco non prevede il pareggio, mentre ci regala la bellezza di due squadre che lottano indomite fino alla fine per portarsi a casa il successo.

Innanzitutto vanno fatti i complimenti a 𝐕𝐚𝐫𝐞𝐬𝐞, che sciorina sotto al Vesuvio probabilmente la migliore prestazione dell’anno, seppure in losing effort.

La squadra prealpina sembra abbia cominciato finalmente a trovare una quadra ed una sua identità, dopo una partenza ad handicap dovuta all’arrivo ritardato del coach che si è trovato una squadra probabilmente non disegnata da lui.

Ma come sempre il lavoro col tempo paga e siamo sicuri che i lombardi disputeranno una stagione di almeno discreto livello, specie se riusciranno a trovare un 𝐂𝐚𝐮𝐥𝐞𝐲 – 𝐒𝐭𝐞𝐢𝐧 almeno non troppo lontano dalle forti aspettative che si avevano( giustamente ) su di lui( anche stasera apparso abbastanza abulico e soprattutto poco o nulla coinvolto in attacco, e questo non solo per suoi demeriti)

𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 , sospinta dai soliti 4mila caldissimi fan del Palabarbuto, parte fortissimo, in difesa ed in attacco. Dopo 2 minuti e spiccioli è già sul 9 a 0, frutto di una difesa intensa e reattiva sulle linee di passaggio ospiti e di ottime soluzioni in transizione.

Varese però è assolutamente in partita, registra qualcosina nelle scelte di attacco e con 𝐌𝐜𝐃𝐞𝐫𝐦𝐨𝐭𝐭 e 𝐁𝐫𝐨𝐰𝐧 si rifà sotto, sul 15 a 13. Con l’ingresso delle seconde linee rosicchia qualcosina ancora, prima di portarsi per la prima volta in vantaggio sul 17 a 18.

Comincia a dipanarsi il filo rosso che caratterizzerà lunghi tratti della gara, ossia una Napoli che fa molta fatica in attacco a difesa schierata, che spadella da 3 punti e che, di converso, lascia come scelta tattica troppe triple aperte dall’angolo ai varesini, che con una percentuale appena sufficiente riesce a competere senza problemi contro i più quotati avversari.

Beffa imprevedibile per gli ospiti è che l’unica tripla messa a segno dalla Gevi arrivi proprio allo scadere del quarto e dall’insospettabilissimo ex 𝐓𝐚𝐫𝐢𝐪 𝐎𝐰𝐞𝐧𝐬, alla prima realizzazione dall’arco della stagione( provaci ragazzo, la tecnica ci sarebbe!), e che regali il 22 a 18 al termine dei primi 10 minuti.

Secondo quarto che vede nuovamente un miniallungo napoletano e una Varese che non si scoraggia (27 a 25), poi di nuovo un break di 7 a 0 per i padroni di casa (34 a 25) ed alcune triple in serie per gli ospiti che tornano a contatto, per poi andare avanti grazie a un clamoroso parziale di 2 a 14 (36 a 39) e chiudere in vantaggio il secondo quarto sul 41 a 45( col giallo di un nonfischio arbitrale su un tentativo allo scadere da tre di 𝐋𝐞𝐯𝐞𝐫 che è parso a tutti fosse stato ostacolato fallosamente dalla difesa biancorossa).

Napoli appare un pochino superficiale in certi frangenti, troppo dedita alla giocata spettacolare invece che a conclusioni più concrete e razionali, e stranamente piuttosto imprecisa nelle rotazioni difensive.

Terzo quarto si apre ancora col noto spartito di una Gevi che azzanna subito l’avversario e rimette il muso avanti sul 47 a 45, con 𝐎𝐰𝐞𝐧𝐬 e 𝐒𝐨𝐤𝐨𝐥𝐨𝐰𝐬𝐤𝐢 in grande spolvero, e di una Varese che blocca le transizioni ai partenopei ( anche grazie a una supremazia a rimbalzo) e che effettua il controsorpasso (49 a 53), e poi di nuovo strappo dei biancoazzurri con un super 𝐏𝐮𝐥𝐥𝐞𝐧 (unico a trovare il tiro pesante con buona continuità dei suoi) e Gevi a più 6 (61 a 55), prima di fermarsi nuovamente sul più bello e consentire a 𝐒𝐡𝐚𝐡𝐢𝐝 di mettere i liberi del più 3 col quale termina la terza frazione.

Un dejavu l’apertura dell’ultimo quarto: Napoli, sospinta ancora dalle triple di uno scatenato 𝐏𝐮𝐥𝐥𝐞𝐧 (alla fine saranno ben 7 nella sua miglior gara in maglia azzurra, e ben 22 punti realizzati nell’ultimo, incredibile quarto) riagguanta Varese e le da quello che ai più ingenui sembra lo strappo decisivo, portandosi sul più 8 (74 a 66).

Coach 𝐁𝐢𝐚𝐥𝐚𝐬𝐳𝐞𝐰𝐬𝐤𝐢 chiama un doveroso timeout dal quale i varesini escono trasformati, in attacco ed in difesa, riaprendo la partita grazie a un 𝐌𝐜𝐃𝐞𝐫𝐦𝐨𝐭𝐭 in edizione extralusso, ad un un chirurgico 𝐌𝐨𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢 e a un sorprendente 𝐒𝐡𝐚𝐡𝐢𝐝, e approfittando anche di qualche problema di falli dei napoletani , che comunque riescono a mantenere un vantaggio incoraggiante (84 a 78 a quattro minuti dalla fine).

Ma Varese ha un gran cuore e non muore mai, e in due azioni consecutive realizza dall’arco con 𝐌𝐨𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢 e 𝐒𝐡𝐚𝐡𝐢𝐝 per impattare a quota 84.

Ultimi due minuti vietati ai deboli di cuore: Napoli di nuovo sul più 4 , subito rintuzzato dalla squadra lombarda , poi punteggi sparigliati con 𝐏𝐮𝐥𝐥𝐞𝐧 che da il più uno ai suoi e subito 𝐂𝐚𝐮𝐥𝐞𝐲-𝐒𝐭𝐞𝐢𝐧 che controsorpassa, fino all’incredibile canestro da 3 più fallo subito e convertito in lunetta dall’inarrestabile 𝐏𝐮𝐥𝐥𝐞𝐧 che da un possesso pieno di vantaggio alla squadra del presidente Grassi a 20 secondi dalla fine.

𝐌𝐜𝐃𝐞𝐫𝐦𝐨𝐭𝐭 non fallisce i liberi che seguono il fallo cercato dai napoletani per evitare a Varese di potersi prendere una tripla per impattare alla ultima azione, ma incredibilmente rischiano di fare una gigantesca frittata perdendo scioccamente palla sulla ultima azione per un malinteso tra 𝐙𝐮𝐛𝐜𝐢𝐜 e 𝐒𝐨𝐤𝐨𝐥𝐨𝐰𝐬𝐤𝐢, con una ultima azione a disposizione dei lombardi per potersi portare a casa una partita che forse non pensavano davvero più di poter vincere.

Napoli rischia la beffa, ma chiude le penetrazioni agli esterni varesini e Moretti è obbligato a prendersi una tripla (peraltro abbastanza aperta) per l’ultimo tiro, che viene però accolto solo dal ferro e dall’urlo liberatorio dei fan azzurri.

Per Napoli, come detto, difesa che stavolta non gira come dovuto per diversi tratti, e una volta tanto si trova a ringraziare e godere una prestazione di un singolo fuori dagli schemi( il citato gigantesco 𝐏𝐮𝐥𝐥𝐞𝐧, fino ad oggi più croce che delizia dei partenopei) in luogo della prestazione corale di squadra cui ci aveva abituati. Positivi 𝐙𝐮𝐛𝐜𝐢𝐜 e 𝐎𝐰𝐞𝐧𝐬, molto male 𝐉𝐚𝐰𝐨𝐫𝐬𝐤𝐢, anche limitato dai falli.

Varese torna a casa con diverse certezze in più, e con prove sopra le righe di 𝐌𝐜𝐃𝐞𝐫𝐦𝐨𝐭𝐭 e 𝐒𝐡𝐚𝐡𝐢𝐝.

Buono anche l’apporto del lungo italiano 𝐔𝐥𝐚𝐧𝐞𝐨, che trova discreto spazio in luogo di 𝐂𝐚𝐮𝐥𝐞𝐲-𝐒𝐭𝐞𝐢𝐧 che fa andirivieni con la panchina. 𝐁𝐫𝐨𝐰𝐧 dopo un ottimo primo tempo, cala molto nella ripresa, così come in ombra per lunghi tratti è apparso 𝐇𝐚𝐧𝐥𝐚𝐧.

Ma la squadra fa nel complesso una ottima figura, ponendo le basi per una risalita in classifica che appare possibile nelle prossime giornate, mentre Napoli continua a sognare…

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TABELLINI

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𝐆𝐄𝐕𝐈 𝐍𝐀𝐏𝐎𝐋𝐈

Jacob Pullen – 33pt / 0rb / 6as

Tyler Ennis – 7pt / 6rb / 6as

Tomislav Zubcic – 24pt / 4rb / 3as

Justin Jaworski – 0pt / 3rb / 1as

Giovanni De Nicolao – 2pt / 4rb / 1as

Tariq Owens – 15pt / 8rb / 0as

Michal Sokolowski – 12pt / 0rb / 3as

Alessandro Lever – 4pt / 3rb / 1as

Michele Ebeling – 0pt / 0rb / 0as

Moussa Bamba – ne

Dut Biar Mabor – 0pt / 1rb / 0as

Stefano Saccoccia – ne

𝐎𝐏𝐄𝐍𝐉𝐎𝐁𝐌𝐄𝐓𝐈𝐒 𝐕𝐀𝐑𝐄𝐒𝐄

Davide Moretti – 13pt / 5rb / 4as

Oliver Hanlan – 12pt / 5rb / 5as

Sean McDermott – 20pt / 5rb / 4as

Gabe Brown – 13pt / 7rb / 2as

Willie Cauley-Stein – 5pt / 10rb / 1a

Tomas Woldetensae – 8pt / 1rb / 0as

Vincent Shahid – 14pt / 2rb / 3as

Scott Ulaneo – 6pt / 7rb / 1as

Nicolo Virginio – 5pt / 1rb / 0as

Wei Zhao – ne

Elisee Assui – ne

Autore

  • Gaetano Negri

    50 anni, nato , cresciuto e vissuto a 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 centro, in un quartiere molto popolare, dove il calcio è sostanzialmente l’unico sport seguito. Tuttavia con la fissa del basket sin da bambino. Seguito, giocato(male, ma con tanta passione), tifato sugli spalti del palasport appena trovato un amico (ed un passaggio auto dal suo papà…) con cui condividere questa passione. Circa 40 anni di militanza nell’ambiente cestistico, metà di questi anche nelle vesti di 𝗮𝗿𝗯𝗶𝘁𝗿𝗼 𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲. In passato ha collaborato con 𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗶𝘃𝗮 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗲 del Napolibasket in veste di radio ufficiale, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗽𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗼𝗰𝗿𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗶𝘀𝘁𝗲 𝗮𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗮𝗴𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗶 (la sua “specialità” erano le interviste ai coach), ha scritto e scrive di basket sulla rete, sui social ed è anche in 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶 (in veste di “ospite” cui è stato chiesto un contributo).