Dopo la prima puntata di questa nuova rubrica in cui ho intervistato coach Valerio Bianchini, ecco il secondo appuntamento con “Quattro chiacciere in cucina” , la rubrica che parla di cucina e abitudini alimentari nel mondo della pallacanestro. In questa puntata l’ospite è Claudio Bonaccorsi.


Ciao Claudio, in 24 anni di carriera da professionista come è variata la tua alimentazione?

𝐑) “Sono stato un po’ atipico nel senso che la mia coscienza guidava la mia alimentazione informandomi su cosa era meglio mangiare. Quando giocavo a casa a Livorno a pranzo la domenica era minestra a burro e petto di pollo, nel basket non è consuetudine il raduno pre gara in casa come nel calcio e quindi ogni giocatore è libero di mangiare come preferisce. Quando ero a Brindisi una domenica a pranzo ero invitato a casa dell’allora presidente e si mangiava con i classici pranzi domenicali brindisini per poi scendere in campo e farne 40 ugualmente. E’ anche soggettivo e sta cambiando dato gli allenamenti mirati e l’utilizzo della tecnologia. “

Mai avuto un piccolo battibecco per una questione di mangiare nella tua carriera?

𝐑) “A Verona ricordo benissimo di aver avuto una discussione con il mio coach perchè dopo il classico menu di pasta a pomodoro e fettina ai ferri io volevo il gelato e mi fu detto di no, se volevo potevo prendere la crostata o niente, mi piaceva sfidare…. gli dissi: ‘io vado in gelateria a prendermi il gelato, impediscimelo’. Sono stato sempre in cerca di sfide nalla mia carriera e non mi tirai indietro nemmeno quella volta… “

L’alimentazione sbagliata ti ha mai condizionato nel giocare?

𝐑) “Non ho ricordanza di dover dare colpe all’alimentazione per delle serate storte nella mia carriera. Ho avuto compagni che si sono sentiti male per via dell’alimentazione sbagliata e dal freddo che sentivamo a Brindisi: il palasport non aveva il riscaldamento e ci mettevi 2 quarti per scaldarti!”

La tua routine alimentare variava nell’arco della settimana?

𝐑) “Dal venerdì cominciavo a mangiare più leggero volutamente: verdure crude, pasta a pomodoro e tutto in modo molto semplice, poi ogni tanto uno stravizio ci stava, adoravo la cioccolata al latte!”

Una grigliata fa squadra?

𝐑) “Decisamentre tutto ciò che riguarda la tavola fa squadra. Ricordo che il sabato prima di un derby tra Teramo e Roseto organizzai un pranzo con gli americani che giocavano con me per mostrare loro i video dei derby di Roseto e di Livorno per fargli capire cosa era il derby..facemmo una partita meravigliosa. Le grigliate sono da fare nei momenti di relax per farle all’americana con birra e costine, ne ricordo una in estate in America a casa di Dawkins dove spese 5000 dollari tra carne e alcolici, erano presenti ex giocatori nba…fu uno spettacolo.”

Facendo il procuratore come gestisci questo lato con i tuoi giocatori?

𝐑) “Alcune società hanno accordi con ristoranti o altri ti danno un rimborso mensile o annuale che varia in base al posto e a chi lo richiede. Tutto dipende da come si organizza la società mi è capitato che un mio assistito mi chiama e mi dice che la società ha un accordo con una pizzeria e gli danno pizza a pranzo e a cena. Tutto varia anche in base alla serie dove si gioca, in serie A non ricordo di aver avuto il vitto, la cifra che mi davano era comprensiva di tutto. Però ho imparato a cucinare i miei piatti semplici.”

I giovani giocatori che vengono dall’estero come si organizzano?

𝐑) “Ecco lì siamo noi a richiedere il vitto perchè nella maggior parte dei casi non sono in grado di cucinare e andare a fare una spesa oculata, poi si rompono le scatole e a quel punto vanno da Mc donald o al sushi. Per quello io consiglio ai nostri clienti società di dare il vitto anche per controllare l’alimentazione di questi ragazzi, in alcune minors danno case a più giocartori e le società si organizza a portare la spesa base in modo da far gestire ai ragazzi le minime scelte quotidiane Ad alcuni piace cucinare per passione ma alcuni devono per fabbisogno personale (mussulmani, vegetariani ecc…) E’ una delle cose piu difficili da gestire quando fai un accordo tra giocatori e società, per esempio sto trattando con un ragazzo greco e mi dice che vuole assolutamente il vitto nel contratto… e gli dico che fai: “rifiuti il contratto perchè loro ti pagano e a te fa fatica cucinare?” Il mangiare è una parte fondamentale delle trattative ed è molto difficile trovare punti di incontro tra le parti.”

Girando da professionista come vi organizzate per mangiare nella vita di tutti i giorni?

𝐑) “In alcune società hai le convenzioni nei ristoranti in altre hai chi cucina per loro nelle foresterie, sopratutto nelle giovanili. Ricordo che a Cefalù avevamo la cuoca che tutti i giorni veniva a cucinare per noi e ci lasciava i pasti pronti per tutta la giornata. A San Giovanni avevano un accordo con un ristorante che ci dava da mangiare tutti i giorni, in serie A ho conosciuto e apprezzato 4salti in padella e le cose già pronte, il tempo e la voglia erano pochi per stare molto in cucina.”

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