Alla vigilia di Gara 1 della Finale di Conference ad Est fra Boston Celtics ed Indiana Pacers, andiamo a scoprire quali sono stati i migliori giocatori e coach delle Semifinali nella Eastern Conference:

𝐌𝐕𝐏

𝐉𝐚𝐲𝐬𝐨𝐧 𝐓𝐚𝐭𝐮𝐦 (𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐂𝐞𝐥𝐭𝐢𝐜𝐬)

Dopo la sorprendente sconfitta casalinga in gara 2 nella serie contro i Cleveland Cavaliers, il leader dei Boston Celtics si rende protagonista di due gare fotocopia da autentico protagonista: il tabellino di Gara 3 e Gara 4 recita infatti 33 punti, 11/25 dal campo, 2/8 da 3, 9/9 ai liberi, differendo di poco negli rimbalzi (13 e 11) e assist (6 e 5). Per completare l’opera, nella decisiva gara 5 si ferma ad un assist dalla tripla doppia (25+10 rimbalzi + 9 assist), ma tanto basta a chiudere la serie (4-1) e a permettere ai suoi di usufruire di qualche giorno di riposo in più prima di affrontare gli Indiana Pacers, reduci dalla serie chiusa a gara 7 contro i New York Knicks.

𝐎𝐅𝐅𝐄𝐍𝐒𝐈𝐕𝐄 𝐏𝐋𝐀𝐘𝐄𝐑

𝐉𝐚𝐥𝐞𝐧 𝐁𝐫𝐮𝐧𝐬𝐨𝐧 (𝐍𝐞𝐰 𝐘𝐨𝐫𝐤 𝐊𝐧𝐢𝐜𝐤𝐬)

La frattura alla mano sinistra nel terzo quarto della decisiva Gara 7 ha posto fine in maniera fin troppo crudele ai fantastici play-off dell’ex Dallas (chiusi a 32.4 punti di media, 5 volte oltre quota 40), autentico trascinatore dei New York Knicks, encomiabili quanto sfortunati nella serie contro gli Indiana Pacers. Gia’ alle prese con un infortunio al piede destro in gara 2, in una serie molto fisica a partire dalle 2 trasferte di Indianapolis, Brunson ha dovuto affrontare anche la cura Carlisle, che gli ha messo alle costole Nesmith, che lo ha limitato a 16/43 dal campo.

Ma al ritorno a New York in gara 5, il play di coach Thibodeau è tornato inarrestabile (44 punti) e l’ultimo ad arrendersi in gara 6 in trasferta (31 punti), prima dell’amaro verdetto di domenica sera.

𝐃𝐄𝐅𝐄𝐍𝐒𝐈𝐕𝐄 𝐏𝐋𝐀𝐘𝐄𝐑

𝐀𝐚𝐫𝐨𝐧 𝐍𝐞𝐬𝐦𝐢𝐭𝐡 (𝐈𝐧𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐏𝐚𝐜𝐞𝐫𝐬)

A furia di essere ripetitivi, la mossa tattica di spostarlo in marcatura su Brunson ha cambiato la serie da un punto di vista difensivo, tenendolo al 27% dal campo e il 18% da 3 punti in gara 3 e 4.

Viste le ali moderne potrebbe essere etichettato come “piccolo”, ma le braccia lunghe e la fisicità lo aiutano contro gli avversari più di stazza, mentre la fluidità e la rapidità ne fanno l’ideale difensore contro le guardie: non a caso durante la stagione regolare Shai Gilgeous-Alexander, Damian Lillard e Trae Young tra gli altri hanno già patito le “cure” dell’ex Boston Celtics.

𝐂𝐎𝐀𝐂𝐇

𝐑𝐢𝐜𝐤 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐢𝐬𝐥𝐞 (𝐈𝐧𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐏𝐚𝐜𝐞𝐫𝐬)

Il cammino in parte facilitato contro Milwaukee Bucks (senza Antetokounmpo e in seguito anche senza Lillard) e quello contro i Knicks dai “mille” infortuni rischia di far passare in secondo piano i meriti del veterano sulla panchina Pacers: gara 5 a parte, in questa serie la sua squadra ha segnato almeno 111 punti a partita a una delle migliori difese della lega, confermandosi il miglior attacco dei play-off (114.2 punti a partita), leader negli assist (30.1), con oltre il 50% dal campo, ma soprattutto oltre 7 uomini in doppia cifra di media. E cio’ che sorprende di Indiana è proprio la profondità e l’incisività del roster, capace di non far perdere mai la verve e la velocità di esecuzione, grazie soprattutto all’impatto di McConnell, e alla crescita esponenziale del rendimento di Nesmith e Nembhard, che in parecchie occasioni si sono rivelati ancor piu’ decisivi del trio Haliburton-Siakam-Turner, vera spina dorsale di una franchigia che ora sogna lo sgambetto ai favoriti Boston Celtics.

Autore

  • Daniele De Santis

    Nba, un amore a prima vista sin da ragazzino… il poco basket dal vivo dalle sue parti sopperito da “divoratore” di tabellini e notizie sui giornali, radio e tv fino ai giorni nostri grazie al web. Con breve esperienza da addetto stampa nella pallavolo femminile e collaboratore di testate giornalistiche, per Passione Basket cura rubriche sulla Nba ed è uno dei volti delle nostre “PB Talkings Serie A1” del lunedi sera.

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