Suo padre Marco è stato il goleador principe della Casertana. Lui è legatissimo alla città della Reggia, avendo vestito la maglietta della Juve Caserta complessivamente per sette stagioni. Ragusa, Imola, Cantù, Rieti, Casale Monferrato, Ozzano completano il quadro di una carriera più che soddisfacente.

Per gli amici di 𝑷𝒂𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆𝑩𝒂𝒔𝒌𝒆𝒕 ecco allora la mia intervista a Cristiano Fazzi. Buona Lettura!

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D.) Quando scoccò l’amore verso i canestri ?

R.) “A 10 anni, in maniera del tutto casuale. Fu mio padre a spingermi, io praticavo scherma. Papà era molto amico di Gigi Zampella, allenatore casertano che considero un autentico maestro”.

D.) Hai vissuto i tempi belli ed il declino della Juve Caserta. Quali ricordi conservi?

R.) “Entrai nelle file della Juve a 13 anni. Ho completato l’intera trafila, fino alla prima squadra. Questo club ha significato tantissimo per me. Al di là dei successi sul campo, sono fiero di aver fatto parte di una società guidata in maniera mirabile dalla famiglia Maggiò. Sono cresciuto in uno dei vivai più floridi d’Italia. Sono diventato grande in un club che era un’autentica famiglia”.

D.) Il 21 maggio 1991 è rimasto chiaramente scolpito nella memoria di noi casertani. La Phonola viola il Forum di Assago e sfata la maledizione di quello scudetto sempre sfuggitole.

R.) “Vissi quel trionfo nella doppia veste di tifoso e giocatore. Insieme al mio amico Damiano Faggiano venimmo inseriti in quel fantastico roster che compì una strepitosa impresa, costruita dopo anni di stagioni al vertice. In bianconero ritornai nel 1995, quando la squadra era in A2”.

D.) Altro luogo dell’anima è Imola.

R.) “Club gestito da un pool di soci, in modo che i costi non ricadessero su una persona sola; un modello in anticipo sui tempi. Raccogliemmo ottimi risultati. Promozione in A1, partecipazioni a playoff, coppa Korac e Saporta. Anche Imola vive il basket con un entusiasmo trascinante”.

D.) Di esperienze proficue ne hai vissute anche altrove.

R.) “Aver indossato la gloriosa canotta di Cantù è ovviamente un grande onore. Nel 2003 disputammo la finale di coppa Italia. Con Rieti salimmo in A2, poi sfiorammo la A1. A Ragusa disputammo la finale di B”.

D.) Allenatori da ricordare?

R.) “Mario Floris, coach del campionato Juniores vinto a Caserta. Titolo questo bissato dallo stesso allenatore l’anno successivo. Franco Marcelletti, colui che ripose fiducia in me. Frank Vitucci: umanamente straordinario, capace di gestire un gruppo in modo impeccabile”.

D.) Che tipo di giocatore ti reputi, e quali ritieni sia stata la tua prestazione più brillante?

R.) “Non sono mai stato un solista. Amavo pormi al servizio del collettivo. Non mi porto dietro alcun rimpianto, sono riuscito a raggiungere il massimo con le mie forze. Se per prestazione ti riferisci ai canestri realizzati, scelgo i 23 punti messi a referto in un playoff tra Imola e Fortitudo”.

Autore

  • Gerardo De Biasio

    Autore anche del libro “Un Canestro di ricordi“, opinionista per PassioneBasket, curerà per noi una rubrica dedicata al basket amarcord, denominata “𝗨𝗻 𝗧𝘂𝗳𝗳𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗣𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼”.

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