Una partita senza storia: Trento doma anche Reggio Emilia e si issa al secondo posto in classifica.

Trento ingrana la quinta e firma il miglior avvio di stagione da quando la formazione milita nel massimo campionato. 5 vittorie e una sola sconfitta, come cinque sono le vittorie consecutive di Trento tra campionato ed Eurocup. I risultati parlano forte e chiaro: Trento ha un gioco e una chimica di squadra solidissimi e il secondo posto in classifica è il meritato premio per il grandissimo lavoro di coach Paolo Galbiati.

Non c’è partita: Trento è nettamente superiore

E così anche reggio Emilia deve arrendersi nel big match di questo turno e sfida tra le due rivelazioni di questo primo scorcio di stagione. Trento detta il ritmo e il passo già dalla palla a due, chiudendo un primo periodo da 28 punti. La sinfonia dei ragazzi di Paolo Galbiati continua anche nel resto della partita, con i trentini che eseguono alla perfezione il piano partita, esprimendo un basket rapido, frizzante e corale agli antipodi della trento della passata stagione. Questa nuova squadra è più coinvolgente e divertente e, almeno a oggi, pure più vincente di quella di coach Molin.

Alla fine sono ben 98 i punti realizzati, che proseguono sulla linea delle prestazioni di queste prime settimane. Quando trento ha la prontezza e la capacità di spingere sull’acceleratore e giocare di squadra, trovando sempre linfa da interpreti diversi pronti a punire sul perimetro o dentro l’area, è in grado di offrire un ampio ed efficacissimo arsenale offensivo, capace di chiudere la serata col 70% da due e un pazzesco 13/13 da tre. Andrejs Grazulis è sempre più il leader offensivo della squadra e protagonista di un’ennesima serata da incorniciare. Accanto al lettone, trovano finalmente luce le qualità di Prentiss Hubb, non solo come realizzatore ma anche da ispiratore. Senza dimenticare l’energia portata, in uscita dalla panchina, dal trio Stephens-Udom-Biligha, con quest’ultimo che mette a disposizione dei compagni anche la sua infinita esperienza degli anni passati a Milano.

La nota più positiva, tra le tante, è un Kamar Baldwin che, nel momento di massima pressione reggiana, trova un paio di prodezze per respingere gli assalti ospiti. Quando troverà la piena forma fisica, è destinato a diventare uno dei tanti crack del nostro campionato.

Mentre trento gioca una pallacanestro corale, costruita su un sistema che sta evidenziando un altissimo quoziente intellettivo corale, Reggio Emilia trova poca coesione dalle sue punte di diamante unita a una bassa qualità nella metà campo difensiva. I 28 punti concessi nel primo periodo sono già un segnale negativo che coach Priftis non riesce a ribaltare. Purtroppo la disgregazione del gruppo, evidente già dopo i primi 15′ di gioco, prosegue fino alla fine. L’attacco reggiano si affida a tre soliti che funzionano solo a intermittenza e nemmeno tutti insieme, rendendo praticamente impossibile provare una rimonta. Per lo più con un Langston Galloway assente ingiustificato e lontano parente di quello visto nelle precedenti due uscite.

Autore

  • Stefano Sanaldi

    Amante della palla a spicchi sin dal primo incontro, senza più separarsene. Dopo aver giocato a livelli discreti, la passione è rimasta tanta per cui non gli basta allenare o guardare partite, ma ama scrivere e commentare la pallacanestro giocata, ad ogni occasione.