Oggi alle 17,45 si disputerà l’atto conclusivo di questa competizione dal fascino così particolare. Fascino dato , oltre che dal contesto, dallo spettacolo e dal concentramento in un unico ambiente delle migliori 8 squadre della prima parte del massimo campionato di basket, anche dalla storia e dalle statistiche che assegnano a questa formula delle Final Eight la altissima probabilità di ritrovarsi in finale un team rivelazione.

Quest’anno tocca alla 𝐆𝐞𝐯𝐢 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 recitare questo ruolo di Cenerentola arrivata fino all’ultimo ballo a palazzo, con pieno merito ed anche un briciolo di fortuna ( visto che dalla sua parte di tabellone Reggio Emilia aveva a sua volta fatto saltare i pronostici ed ha rappresentato un ostacolo certo più alla portata della Virtus Bologna in semifinale).

I ragazzi di coach Milicic affronteranno in finale la corazzata 𝐀𝐫𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐌𝐢𝐥𝐚𝐧𝐨, in un match che già sarebbe impari in condizioni normali per blasone e budget, ma che lo è ancora di più se si considerano le profondità di roster e la qualità dei quintetti schierabili dagli allenatori, oltre alla relativa freschezza atletica che può presentare Napoli, costretta ad un supplementare per avere la meglio sulla coriacea UNAHOTEL Reggio Emilia dopo aver comunque avuto meno ore di recupero a disposizione.

Ma vediamo cosa ci hanno trasmesso le semifinali di ieri.

La 𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚 (voto 8 ) ha dominato l’incontro contro la 𝐔𝐌𝐀𝐍𝐀 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐳𝐢𝐚 (voto 5) con una prestazione monstre di 𝐒𝐡𝐚𝐯𝐨𝐧 𝐒𝐡𝐢𝐞𝐥𝐝𝐬 , capace di chiudere a 22 punti a metà gara e con un solo errore al tiro. Il danese d’America è stato però ben spalleggiato da uno 𝐒𝐡𝐚𝐛𝐚𝐳𝐳 𝐍𝐚𝐩𝐢𝐞𝐫 tornato ai livelli dello scorso anno, quelli che consentirono a Milano di stracciare in finale la Virtus Bologna, e quando alla consueta difesa pressocchè perfetta gli uomini di Messina combinano solidità a rimbalzo e alte percentuali al tiro…beh, auguri a tutte le altre!

Da rimarcare anche le prove dei tanto bistrattati italiani , in specie 𝐅𝐥𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐨𝐫𝐢 e 𝐓𝐨𝐧𝐮𝐭, chirurgici e fondamentali. La chiave è stata il secondo quarto dei meneghini, dove hanno rasentato la perfezione. I lagunari mettono in mostra lo “human highlight” 𝐓𝐮𝐜𝐤𝐞𝐫 e il sempre più sorprendente 𝐊𝐚𝐛𝐞𝐧𝐠𝐞𝐥𝐞 , un gigante che abbina grazia e mano educato a un fisico strabordante, ma hanno davvero pochissimo dagli altri, oltre ad accusare (ancora una volta) grossi problemi di playmaking.

Il 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢𝐛𝐚𝐬𝐤𝐞𝐭 ( voto 8,5) , mai in vantaggio nei 40 minuti regolamentari, trova le energie e l’estro per ribaltare le sorti di una gara che la vedeva soccombere in doppia cifra di scarto fino al trentottesimo nel tempo supplementare, agguantato in extremis grazie all’unica tripla ( su 7) del polacco Sokolowski. L’overtime è un monologo azzurro, 𝐑𝐞𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐄𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚 ( voto 6,5) accusa psicologicamente la botta di aver sempre condotto ma disperso il vantaggio nel momento clue, oltre a dover fare i conti con problemi di falli che mettono fuori gara i suoi lunghi 𝐅𝐚𝐲𝐞 e 𝐂𝐡𝐢𝐥𝐥𝐨 e con una forma fisica apparsa meno brillante rispetto ai partenopei.

Napoli tira ancora con percentuali pessime , specie da lontano, ma nonostante tutto riesce a rimanere attaccata alla partita fino ad, appunto, piazzare la zampata decisiva, avvalendosi di una maggiore reattività su palle vaganti e rimbalzi, della lucidità di 𝐄𝐧𝐧𝐢𝐬 ( un playmaker di classe extralusso per la nostra Lega) e della “ragionevole follia” dell’eterno 𝐏𝐮𝐥𝐥𝐞𝐧, ancora una volta top scorer dei suoi. Priftis è tradito dalle prestazioni non certo alla altezza di 𝐆𝐚𝐥𝐥𝐨𝐰𝐚𝐲 e 𝐖𝐞𝐛𝐞𝐫, peraltro ben imbrigliati dalla difesa napoletana.

Stasera, come detto, pronostico sostanzialmente chiuso. Ma la Gevi , sulle ali dell’entusiasmo e supportata da oltre 1500 tifosi a seguito nella lontana Torino, è capace di tutto, il classico calabrone che per le leggi della fisica non potrebbe volare ma che non lo sa e che continua a farlo…

Quindi , godiamoci questa imprevista ed imprevedibile Finale e scopriamo se sarà dall’esito così scontato. O se le leggi dello sport possono essere sovvertite come quelle della fisica!

Autore

  • Gaetano Negri

    50 anni, nato , cresciuto e vissuto a 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 centro, in un quartiere molto popolare, dove il calcio è sostanzialmente l’unico sport seguito. Tuttavia con la fissa del basket sin da bambino. Seguito, giocato(male, ma con tanta passione), tifato sugli spalti del palasport appena trovato un amico (ed un passaggio auto dal suo papà…) con cui condividere questa passione. Circa 40 anni di militanza nell’ambiente cestistico, metà di questi anche nelle vesti di 𝗮𝗿𝗯𝗶𝘁𝗿𝗼 𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲. In passato ha collaborato con 𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗶𝘃𝗮 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗲 del Napolibasket in veste di radio ufficiale, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗽𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗼𝗰𝗿𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗶𝘀𝘁𝗲 𝗮𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗮𝗴𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗶 (la sua “specialità” erano le interviste ai coach), ha scritto e scrive di basket sulla rete, sui social ed è anche in 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶 (in veste di “ospite” cui è stato chiesto un contributo).