NBA Playoffs – QuaNBA Playoffs – Quarti di Finale: i migliori della Eastern Conference

𝐌𝐕𝐏

𝐉𝐚𝐥𝐞𝐧 𝐁𝐫𝐮𝐧𝐬𝐨𝐧 (New York Knikcs)

Charles Barkley lo aveva già definito allora “la miglior firma di free-agency della storia”, chiaro riferimento al contratto di 110 milioni di dollari in 4 anni siglati a fine Giugno 2022 con i New York Knicks, che a molti avevano fatto storcere il naso, sia per il valore giocatore reduce da una più che buona stagione a Dallas ma niente più, sia soprattutto per la presenza tra gli assistenti di Thibodeau di papa’ Rick. Quasi 2 anni dopo il 27enne “dall’alto” del suo 1.88 di statura sta’ giganteggiando : con l’attacco dei Knicks tutto o quasi gravato sulle sue spalle, specialmente dopo l’infortunio di Randle, chiude la serie contro i 76ers come miglior marcatore dell’intero primo round con 35,5 punti di media, a cui aggiunge 4,5 rimbalzi e 9 assist in 6 gare disputate. Numerosi i record raggiunti: secondo giocatore dietro Oscar Robertson a chiudere tre partite da almeno 35 punti e 10 assist in una serie, 3 partite consecutive con almeno 40 punti o più (ha segnato 47 nella quarta, 40 nella quinta e 41 nella sesta), rendendolo il primo giocatore dei Knicks a riuscirci dopo 40 anni (Bernard King il suo predecessore). Infine è il primo giocatore NBA a segnare 40 o più punti in una gara decisiva da quando sua maestà Michael Jordan lo fece nel primo turno dei playoff del 1989 contro i Cavaliers; di contro l’alto minutaggio a cui lo sta’ forzando coach Thibodeau potrebbe avere alla lunga delle ripercussioni, ma non vi è dubbio che nel prossimo turno contro gli Indiana Pacers, con un Brunson così, la città della Grande Mela può sognare…

𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎𝐑 𝐃𝐈𝐅𝐄𝐍𝐒𝐎𝐑𝐄

𝐉𝐨𝐬𝐡 𝐇𝐚𝐫𝐭 (New York Knikcs)

Una sua tripla a 26” dal termine in Gara 6 ha deciso non solo la partita, ma l’intera serie a favore dei Knicks : Josh Hart semplicemente fa’ quello che occorre che serve per vincere, e se Brunson è la mente e il braccio, lui è sicuramente il cuore della squadra di coach Thibodeau, che di lui dice “𝐺𝑖𝑜𝑐𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑣𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑒 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑢𝑖, 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑐𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑠𝑒𝑏𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑠𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖𝑜𝑠𝑒, 𝑖𝑛𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒. 𝑀𝑎 𝑔𝑖𝑜𝑐𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑣𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑒 𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑜 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑛𝑜𝑖”. Assieme ad Anunoby (82% della gare giocate dalla coppia ha portato alla vittoria New York) è l’indiscusso leader difensivo della squadra della Grande Mela, e il dato a rimbalzo (chiude la serie a 12.3, numeri clamorosi per un 193 cm di altezza…) spiega solo in parte il dominio esercitato a difesa del proprio canestro, lasciando le briciole ad un frastornato Harris, duellando con Oubre jr. e spesso uscendo contro lo sgusciante Maxey. E se proprio vogliamo parlare di statistiche, torniamo a Gara 4 vinta a Philadelphia 92-97: ha commesso 5 palle perse, ha mancato tutti e 7 i tiri a canestro ( compreso 0/ 3 da 3 punti) ma con 17 rimbalzi, di cui cinque offensivi, e 3 delle 11 stoppate di squadra è stato determinante nel tenere a soli 92 punti Joel Embiid e soci, garantendosi un punto fondamentale nella serie, che sarebbe già stata chiusa in Gara 5, se non fosse stato per l’exploit di Maxey sul finire dei tempi regolamentari.

𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎𝐑 𝐀𝐓𝐓𝐀𝐂𝐂𝐀𝐍𝐓𝐄

𝐃𝐨𝐧𝐨𝐯𝐚𝐧 𝐌𝐢𝐭𝐜𝐡𝐞𝐥𝐥 (Cleveland Cavaliers)

Chiude il primo turno dei playoffs nella serie contro i Magic (unica terminata a gara 7) con 28.7 punti di media e fra le qualificate ad Est è il migliore per percentuali dal campo (45.9%), con 4.4 assist di media. Determinante anche ai fini della sofferta qualificazione dei Cavaliers.

𝐂𝐎𝐀𝐂𝐇

𝐉𝐨𝐞 𝐌𝐚𝐳𝐳𝐮𝐥𝐥𝐚 (Boston Celtics)

La serie tra Boston e Miami è quella che è durata meno di tutte nella Eastern Conference, e di certo le assenze di Butler, Rozier e da ultimo di Jaquez jr. in gara 5 hanno avuto il loro peso. Ma i dominatori della stagione regolare, Gara 2 a parte, hanno comunque rimarcato il territorio, dimostrando la consueta grande solidità difensiva sul perimetro (92.2 punti concessi a gara con appena il 38.5% da 3 a Herro e compagni), mentre in attacco Tatum e Brown, pur con la mira dalla lunga distanza da sistemare (entrambi attorno al 30%) viaggiano a oltre 20 punti di media, per loro non certo una novità. Ma la novità di Mazzulla invece è rappresentata dall’impatto di Derrick White: l’ex Spurs, presenza insostituibile in difesa al fianco di Holiday, in gara 4 e 5 si è reso protagonista di autentici show, specialmente nei primi quarti (rispettivamente 16 e 15 punti), indirizzando da subito entrambe le contese, mettendo a segno 13 delle 25 triple tentate (chiudendo la serie a quasi il 48%), e producendosi anche in alcune affondate al ferro da applause. Ma per Mazzulla le buone notizie non finiscono qui: Hauser ma soprattutto Pritchard oramai sono molto più che panchinari affidabili, ma per contro in Gara 4 ha perso Porzingins, alle prese con uno stiramento al polpaccio; una vera tegola per un reparto che può contare solo su Horford, sempre solido ma con il limiti di un età che non garantisce la tenuta fisica per tutti i play-off, un Kornet utile ma mai da grandi minutaggi, e soprattutto su un Tillman arrivato a Gennaio ma ultimamente finito in fondo alle rotazioni. In tal senso la gara 7 tra Cleveland e Orlando che sancirà la prossima avversaria significa qualche giorno in più per Mazzulla per preparare i prossimi impegni.